Aiuto persone che soffrono di attacchi di panico a ritrovare il proprio benessere fisico e psicologico attraverso un percorso di psicoterapia a tempo super efficace con un protocollo strategico che utilizza esercizi paradossali e PNL
Il metodo di psicoterapia breve strategica è un approccio focalizzato sul cambiamento rapido e concreto, che si concentra sul presente e sulla risoluzione dei problemi piuttosto che sull’analisi delle cause passate. Sviluppato da Giorgio Nardone, si basa sull’idea che spesso sono le soluzioni tentate – inefficaci o disfunzionali – a mantenere un problema.
Elementi chiave:
Esercizi paradossali: vengono usati per "scardinare" le resistenze del paziente, proponendo soluzioni che sembrano andare contro il buon senso. Questi interventi mirano a rompere schemi rigidi e comportamenti automatici.
Programmazione Neuro-Linguistica (PNL): alcune tecniche della PNL vengono integrate per lavorare su linguaggio, percezioni e rappresentazioni mentali, aiutando a ristrutturare l'esperienza soggettiva del paziente.
Il trattamento è solitamente brevissimo (in media 7-10 sedute) e ogni intervento è personalizzato, con obiettivi specifici e misurabili.
Specializzata nel trattamento e supporto per gli attacchi di panico, una patologia complessa e difficile da gestire autonomamente che compromette la qualità della vita e rischia di evolvere in patologie più gravi, il mio approccio terapeutico diretto e accogliente prevede 10 sedute volte a individuare l'origine del problema, contenerne la diffusione attraverso esercizi paradossali e PNL, e debellarlo completamente, permettendo ai pazienti di tornare a sorridere con un percorso psicologico su misura.
*Gli attacchi di panico
Gli attacchi di panico sono una condizione psicologica che colpisce milioni di persone in tutto il mondo. Nonostante la loro frequenza, gli attacchi di panico rimangono una realtà nascosta, spesso stigmatizzata e mal compresa.Quando si verifica un attacco di panico, la persona può sentirsi come se stesse per morire o impazzire. I sintomi fisici, come palpitazioni, respirazione rapida e sudorazione, possono essere così intensi da far sentire la persona come se stesse avendo un infarto o un ictus. La paura e l’ansia possono essere così forti da far sentire la persona come se fosse completamente fuori controllo.Nonostante la loro gravità, gli attacchi di panico sono spesso minimizzati o banalizzati. Le persone che ne soffrono possono sentirsi isolate e sole, come se la loro esperienza non fosse valida o importante. La stigmatizzazione e la mancanza di comprensione possono fare in modo che le persone che soffrono di attacchi di panico si sentano vergognose o deboli.Ma gli attacchi di panico non sono un segno di debolezza o di fallimento. Sono una condizione psicologica legittima che richiede attenzione e cura. Le persone che ne soffrono non hanno bisogno di essere giudicate o criticate, ma di essere ascoltate e comprese.
La solitudine è una condizione umana che colpisce milioni di persone in tutto il mondo. Nonostante la sua frequenza, la solitudine rimane un argomento tabù, spesso nascosto dietro una maschera di indifferenza o di orgoglio.
La solitudine non è solo una condizione emotiva, ma anche una realtà sociale e culturale. Viviamo in una società che valorizza la connessione e la comunicazione, ma che al tempo stesso ci lascia soli e isolati. Le tecnologie digitali, che dovrebbero unirci, ci hanno invece reso più soli e più disconnessi.
La solitudine può colpire chiunque, indipendentemente dall’età, dal sesso o dalla condizione sociale. Può essere causata da eventi traumatici, come la perdita di un caro o un divorzio, ma anche da fattori più sottili, come la mancanza di relazioni significative o la sensazione di non appartenere a una comunità.
La solitudine ha conseguenze gravi sulla salute fisica e mentale. Può aumentare il rischio di depressione, ansia e altre condizioni psicologiche. Può anche aumentare il rischio di malattie croniche, come il diabete e le malattie cardiovascolari.
Nonostante queste conseguenze, la solitudine rimane una condizione stigmatizzata. Le persone che ne soffrono possono sentirsi vergognose o deboli, e possono avere paura di parlare della loro esperienza. Ma la solitudine non è un segno di debolezza o di fallimento. È una condizione umana che richiede attenzione e cura.
È importante che le persone che ne soffrono ricevano il sostegno e la cura di cui hanno bisogno. È importante che la stigmatizzazione e la mancanza di comprensione siano superate, e che la solitudine sia trattata con la serietà e il rispetto che merita per permettere a chi vive questa condizione di poter avere una vita più felice
Un percorso di guarigione e rinascita
La fine di una relazione sentimentale può essere un'esperienza dolorosa e traumatica. La perdita dell'amore e della connessione con l'altra persona può lasciare un vuoto profondo e una sensazione di disorientamento. Tuttavia, è possibile superare questa esperienza e trovare una nuova strada verso la felicità e la realizzazione personale.
In psicologia, il processo di superamento della fine di una relazione sentimentale è noto come "elaborazione del lutto". Questo processo implica la lavorazione emotiva della perdita, la rielaborazione dei ricordi e delle emozioni associate alla relazione, e la costruzione di una nuova identità e di una nuova prospettiva sulla vita.
Ecco alcuni passaggi importanti per superare la fine di una relazione sentimentale:
Accettazione della perdita
1. Riconoscere la fine della relazione: accettare che la relazione è finita e che non ci sono più possibilità di recupero.
2. Permettersi di provare emozioni: lasciare che le emozioni negative, come la tristezza, la rabbia e la delusione, emergano e siano elaborate.
Elaborazione del lutto
1. Rielaborare i ricordi: ripensare ai momenti più importanti della relazione e rielaborarli in modo da poterli accettare e lasciare andare.
2. Lasciare andare la nostalgia: riconoscere che la nostalgia per la relazione è normale, ma non permettere che diventi un ostacolo per il processo di guarigione.
Costruzione di una nuova identità
1. Riscoprire se stessi: esplorare nuove passioni, interessi e hobby per riscoprire la propria identità e scoprire nuove fonti di piacere.
2. Costruire una nuova rete di relazioni: stabilire nuove relazioni con amici, familiari e colleghi per costruire una nuova rete di sostegno.
Guarigione e rinascita
1. Perdonare se stessi e l'altro: perdonare se stessi e l'altro per gli errori e le ferite inflitte durante la relazione.
2. Accettare la nuova realtà: accettare che la relazione è finita e che la vita continua, anche se in modo diverso.
In conclusione, superare la fine di una relazione sentimentale è un processo difficile e doloroso, ma è possibile. Con il tempo, la pazienza e il sostegno, è possibile elaborare il lutto, costruire una nuova identità e trovare una nuova strada verso la felicità e la realizzazione personale.
La bassa autostima: un peso invisibile
La bassa autostima è un problema psicologico che colpisce milioni di persone in tutto il mondo. È un peso invisibile che può condizionare la vita di una persona, influenzando la sua capacità di relazionarsi con gli altri, di prendere decisioni e di raggiungere i propri obiettivi.
La bassa autostima è caratterizzata da una percezione negativa di sé stessi, da una mancanza di fiducia nelle proprie capacità e da una tendenza a criticarsi e a giudicarsi severamente. Le persone con bassa autostima possono sentirsi inadeguate, incapaci e non meritevoli di amore e di rispetto.
La bassa autostima può essere causata da una varietà di fattori, tra cui l’infanzia difficile, i traumi, le critiche e le umiliazioni. Può anche essere influenzata da fattori culturali e sociali, come la pressione a conformarsi a certi standard di bellezza o di successo.
La bassa autostima può avere conseguenze gravi sulla salute mentale e fisica. Può aumentare il rischio di depressione, ansia e altre condizioni psicologiche. Può anche influenzare la capacità di una persona di stabilire relazioni sane e di raggiungere i propri obiettivi.
Nonostante la sua importanza, la bassa autostima è spesso trascurata o minimizzata. Le persone che ne soffrono possono sentirsi vergognose o deboli, e possono avere paura di parlare della loro esperienza. Ma la bassa autostima non è un segno di debolezza o di fallimento. È una condizione psicologica legittima che richiede attenzione e cura.
*Gli attacchi di panico
Gli attacchi di panico sono una condizione psicologica che colpisce milioni di persone in tutto il mondo. Nonostante la loro frequenza, gli attacchi di panico rimangono una realtà nascosta, spesso stigmatizzata e mal compresa.
Quando si verifica un attacco di panico, la persona può sentirsi come se stesse per morire o impazzire. I sintomi fisici, come palpitazioni, respirazione rapida e sudorazione, possono essere così intensi da far sentire la persona come se stesse avendo un infarto o un ictus. La paura e l’ansia possono essere così forti da far sentire la persona come se fosse completamente fuori controllo.
Nonostante la loro gravità, gli attacchi di panico sono spesso minimizzati o banalizzati. Le persone che ne soffrono possono sentirsi isolate e sole, come se la loro esperienza non fosse valida o importante. La stigmatizzazione e la mancanza di comprensione possono fare in modo che le persone che soffrono di attacchi di panico si sentano vergognose o deboli.
Ma gli attacchi di panico non sono un segno di debolezza o di fallimento. Sono una condizione psicologica legittima che richiede attenzione e cura. Le persone che ne soffrono non hanno bisogno di essere giudicate o criticate, ma di essere ascoltate e comprese.
"Super Professionale"
"Ho collaborato con la Dott.ssa Rapisarda per una valutazione neuropsicologica su due minori con possibile plus dotazione e mi sono trovata benissimo.
Super professionale e competente nella gestione del colloquio e nell’aggancio relazionale."
- Enrica Garibaldi
"Grazie Dottoressa"
"Notevole professionista, competente, seria e molto preparata. Situazione delicata e seria affrontata con notevole competenza e delicatezza. Soddisfatti del percorso intrapreso. Grazie Dottoressa"
- Daria
"Da mamma la consiglio"
"Ho portato dalla dottoressa mia figlia di 11 anni, è riuscita subito a instaurare un rapporto con lei senza nessuna difficoltà. È riuscita con molta serenità a tirar fuori da lei il motivo per cui stava male. Da mamma la consiglio"
- Luisa (Mamma)
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